Personaggi Illustri

  FUNARI Luigi
(Malito 1779 - Cosenza 1836)


Luigi FunariLuigi Funari, figlio di Giovandomenico e Daria Montera nacque in Malito l'8 ottobre 1779. Da giovinetto diede non dubbi segni di mente elevata, onde suo padre lo mandò a scuola e lo avviò alla carriera sacerdotale alla quale egli si sentiva irresistibilmente chiamato, e giovane moralissimo, com'era compì i suoi studi letterari ed imparò le discipline teologico-morali con rapidità senza pari e divenne a suo tempo Sacerdote, virtuoso ed esemplare. Passato a miglior vita don Gennaro Notti, Parroco di Malito, Luigi Funari fu assunto nel 5 maggio del 1806 alla carica di economo curato di questa Parrocchia di Sant'Elia profeta e nel 29 dicembre dello stesso anno ne divenne Parroco titolare, mercè concorso da lui sostenuto con valenza ed onore.

E che non fece egli per lo spazio di circa 14 anni che fu Parroco di Malito a prescindere che adempiva il suo ministero, come altri mai, divenne l'idolo del paese tanto che in quei tempi, per Malito così funesti, nessuno mai ardiva osservare alle sue parole, e quando usciva per l'interno del paese tutti facevano a gara per ossequiarlo, ed anche i tristi, i discoli, i beoni, e simili vermi della società, che non mancano mai, o si nascondevano al suo passaggio ovvero riverenti oltremodo ed ossequiosi lo salutavano. Le massime da lui predicate ancora risuonano all'orecchio di quelli, ch'ebbero la sorte di udirlo, e si riferiscono da tutti come Evangelo ai nipoti. Si dedicò con grande onore all'insegnamento, onde Malito vide molti giovani dei paesi vicini venire a stabilirsi per ragion di studio e rimanere contenti e soddisfatti, siccome ne erano i compaesani, che oggi con riverenza ed affetto lo chiamano ancora maestro. Un uomo così stimato e conosciuto non poteva rimanere nell'ambito di un Comune, per cui con dispiacere di tutto il paese natio, di cui fu Parroco, sino al 25 agosto 1820, se ne allontanò perchè fu nominato Canonico in Cosenza ove fece una brillantissima carriera; in vero fu maestro e Rettore del Seminario Cosentino, Decano della Cattedrale e Vicario Generale.
Oratore insigne veniva spessissimo chiamato a predicare nei Casali, ove lasciava sempre desiderio di sè. E fu davvero epoca felice quella per Capitolo Cosentino, che annoverava fra i suoi chiari membri un Potestio, un Del Vecchio, un Funari ecc.
Dalla residenza non si partiva mai, se non per due o tre mesi in estate a respirare l'aria dei suoi monti e quando tornava a Malito era una gran gioia per tutti. Familiarissimo e popolare non lasciava mai d'insinuare fra la moltitudine la parola del Vangelo di Cristo. Giunto appena all'età di 57 anni, allorchè erasi apprestato ad ottenere un premio di gloria immancabile, la morte inesorabile gli recise lo stame della vita il 5 febbraio del 1836 in Cosenza dove ancora oggi, così come a Malito, si celebra l'anniversario della sua morte, avvenuta poco prima che gli giungesse notizia di essere stato nominato Arcivescovo di Reggio Calabria.
 



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